Recensione - Visions of Escaflowne


Oggi parliamo di Tenkū no Esukafurōne, ovvero "Le visioni di Escaflowne" come da traduzione letterale, che in Italia abbiamo imparato a conoscere attraverso l'anime andato in onda su MTV tra il dicembre 2000 e il giugno 2001 con il titolo "I cieli di Escaflowne".

L'anime ha una storia decisamente diversa rispetto al manga da cui è stato tratto. In buona sostanza, per spiegare le differenze, mentre l'anime era in produzione, nella prima metà degli anni '90, durante uno dei frequenti stop che una serie animata può subire in corso d'opera, all'artista Katsu Aki fu data carta bianca per raccontare la "sua" storia di Escaflowne, che dipartì in modo sostanziale dal cartone animato. La versione di Aki è una saga violenta concentrata molto sulle battaglie, con la protagonista Hitomi rappresentata come una giovane "ninfetta curvilinea" che fa da sorgente di energia per il mecha Escaflowne.

Tenkū no Esukafurōne esce ben due anni prima della serie animata ed è proprio del fumetto che parleremo. Su youtube ci sono alcuni stralci dell'anime, e l'unica cosa che ho pensato subito dopo avere finito il manga è stato: "...questa roba non c'entra un cazzo!".

Ma, dopo tanto scrivere, di cosa parla il fumetto?
La storia ruota attorno alla liceale Hitomi Hoshino, ragazza ordinaria, lettrice di tarocchi e sognatrice ad occhi aperti, che improvvisamente si trova su uno strano pianeta chiamato Gaea, convocata per essere lo energist, la "benzina" per un robot gigante chiamato Escaflowne. Hitomi fa la conoscenza di Van Slanzar, il principe di Fanelia, pilota di Escaflowne: un ragazzo più o meno della sua età, sboccato all'inverosimile e con un carattere che definire "fastidioso" sarebbe poco. Lo scenario è una guerra tra nazioni: Zaibach vuole conquistare Fanelia - o almeno questo è quello che Hitomi comprende in poco tempo - e, volente o nolente, verrà coinvolta in questo scontro all'ultimo sangue.
Innumerevoli personaggi secondari (il vilain Dilandau, il principe Allen di Asturia e il suo meraviglioso mecha Sherazade, Dornkirk e tanti altri) tutti molto ben caratterizzati e non monolitici dalla prima all'ultima pagina contribuiscono a dare al manga una vitalità tutta sua.

Siccome siamo spoiler-free, possiamo soltanto fare intuire a chi legge che nulla è come sembra su Gaea: amici che diventano nemici, forza che diventa debolezza, odio che diventa amore... ed il percorso esattamente contrario. Tutto è in gioco, sul pianeta, tutto può cambiare, e Hitomi presto capirà quali sono i legami tra Gaea e la Terra, e che il destino di entrambe i mondi è nelle sue mani.

Ho trovato questo fumetto fantastico. Davvero. Di solito quando inizio un libro comincio divorandone pagine e pagine. Se mi accorgo che mi piace tanto, non riesco a fermarmi. Quando arrivo alle ultime venti, rallento, rallento terribilmente perchè già sento che mi mancheranno i protagonisti e le loro storie, le loro gesta e il mondo in cui vivono.
Mi è successo spesso in passato, e onore va a quegli scrittori che mi hanno trasportato in un altro mondo, e mi hanno fatto conoscere persone che non esistono.
Stavolta, per la prima volta, mi è successo con un fumetto.

E' ovvio, deve piacervi il genere ed il medium con cui questa storia è raccontata. Certo è che l'avventura di Hitomi a Gaea non avrebbe sfigurato come videogioco (magari un Final Fantasy), come film à la Miyazaki, come favola della buonanotte. Però per poterla godere appieno dovete leggere, sissignore, prendere quelle cose fatte di carta, aprirle, e abituarvi a non sentire sigle, rumori e colori.
Se fate il lavoro fatto per bene, quelli glieli mettete voi.

Arrivederci, Escaflowne. E' stato breve, purtroppo, ma intensissimo.

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